Le “Tracce di Meraviglie” che costellano il nostro territorio sono lì da secoli, a volte da millenni. Sono pietre, edifici, leggende, sapori. Hanno presidiato il nostro territorio, sono cresciuti con noi senza che ce ne accorgessimo e hanno contribuito a formare il nostro carattere, la nostra cultura di “ex lombardi”, oggi ticinesi, ossolani, cusiani, novaresi. Due sono particolarmente nel mio cuore. La piccola “Sontga Gada”, Sant’Agata in lingua romancia, una semplice bella chiesetta affrescata, alloggiata in un prato sul fiume Reno, fra i paesi di Disentis e Medél, al confine Grigioni – Ticino, là dove inizia il percorso che “Tracce di Meraviglie” vi porta a conoscere, e gli splendidi resti di San Giovanni Battista in Montorfano di Mergozzo, in Bassa Ossola, in un villaggio affacciato sopra la foce del fiume Toce a poco più di metà dello stesso percorso. In comune hanno l’origine, riconoscibile dal fatto di possedere tre absidi. Le due laterali a Sontga Gada sono in realtà nicchie dipinte. Non c’era spazio e dall’esterno non si notano. Ma ci sono. Quelle di San Giovanni emergono dai ruderi al suolo, accanto alla chiesa attuale. Le tre absidi ci dicono che le due chiese, lontane fra loro ma poste lungo la stessa via, sono di origine Carolingia. I due santi cui sono dedicate, Sant’Agata e San Giovanni Battista, risalgono ai primi anni del cristianesimo, le chiese originarie a pochi secoli più tardi. Gli affreschi di Sant’Agata sono in parte opera dei milanesi Cristoforo e Nicolao da Seregno, in parte burgundi. Due reali meraviglie, dovute ad antichi antenati comuni.