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La chiesa di Santa Maria della Posa era la chiesa parrocchiale di Fomarco, la frazione più antica di Pieve Vergonte, in alto sul monte che sovrasta la valle. La chiesetta, oggi piuttosto sacrificata a causa del muraglione che sostiene la strada, disponeva di un pronao a colonne, ancora esistente ed aveva base esagonale, mutata in seguito agli ampliamenti che si sono succeduti con l’aumentare della popolazione e che hanno causato danni agli affreschi con l’apertura di porte e finestre. Gli affreschi rimanenti del presbiterio sono databili al XV e XVI secolo. Si tratta di immagini definite “devozionali” o “ex voto”. Se così fosse si tratterebbe del santuario più antico dell’Ossola, come sostenuto dal cartello indicatore che trovate nel paese di Pieve Vergonte. L’idea che si trattasse di un Santuario è realistica anche per via dell’esistenza in loco di una fonte, anch’essa oggi molto sacrificata dalla presenza del sopracitato muraglione. Ci troviamo quindi verosimilmente in un luogo “sacro alle Matronae” e successivamente dedicato a Maria.

Fomarco è una frazione di Pieve Vergonte posta sui monti sopra l’attuale villaggio e gode di una splendida vista sulla vallata. Una cappella dedicata alla Madonna pare essere esistita, nel luogo che oggi viene detto Santa Maria di Fomarco, da prima del XVI secolo, perché si narra che da qui si passava, giungendo dai paesi vicini e perfino da Bannio e Macugnaga, per portare i morti alla Pieve, alla chiesa madre dell’Ossola, quella di Vergonte. Qui giunti i portatori “posavano” il defunto, per riposare un poco prima di proseguire il cammino.

Un’altra versione vuole invece che il Santuario dedicato a Santa Maria Assunta venga detto “della Posa” perché riconosciuto come la sosta naturale per chi arrivava un tempo dal fondovalle carico di gerle e con animali altrettanto carichi, diretto alle frazioni sui monti. Qui, infatti, si poteva trovare ristoro presso una piccola sorgente che ancor oggi sgorga nel cortile, di fronte al portico. Un altro santuario fra i campi sulla via del cimitero, come quello che nella “guida ai 62 santuari” abbiamo incontrato in Canton Ticino, a Golino, la “Madona da Poss”. Una croce di ferro indicava in questo punto anche il luogo delle rogazioni, il punto cioè da cui la campagna veniva benedetta ogni anno.

Il nome “Santa Maria della Posa” ricorre comunque solo dal 1530. Fu allora che si diffuse la voce in base alla quale qui si compivano prodigi. Di tali eventi miracolosi però non resta traccia né ricordo, se non nell’ordinanza che il vescovo di allora, Arcimboldo, emise sottolineando che nella cappella si compivano molti miracoli e che quindi l’ammontare delle elemosine raccolte era notevole. Per tale ragione il vescovo chiedeva conto del modo in cui esse venivano impiegate, pena altrimenti la scomunica ed una multa di cento ducati.  Il che dimostra che i santuari rendevano bene, allora come oggi.

Con l’aumentare del flusso di fedeli venne eretto, come riparo dalle intemperie, il portico, che è asimmetrico rispetto all’oratorio perché segue la forma della strada. L’oratorio di forma esagonale costituisce oggi il presbiterio della chiesa e mostra -affreschi del XV e XVI secolo. Sull’altare un dipinto ottocentesco che rappresenta l’Assunzione di Maria. Anche la campana risale solo al 1868.

Leggenda vuole che per ottenere una grazia dalla Madonna della Posa si debba accendere una candela e mantenerla accesa, sostituendola con una nuova, che deve essere accesa utilizzando il fuoco della precedente prima che si spenga, il tutto per almeno dieci giorni.

Un’altra leggenda, piuttosto confusa e tramandata oralmente con modifiche soggettive, narra che l’oratorio venne costruito grazie ad un conte francese che lo finanziò, tanto convinto del suo valore come dispensatore di grazie da parlarne alla regina di Francia. Si ignorano sia il nome del conte sia quello della regina, sia l’epoca in cui tutto avvenne.  La regina convintasi, chiese anch’essa una grazia ed ottenutale donò all’oratorio una statuina d’oro della Madonna. Statuina che in seguito si rivelò di marmo dipinto, ma tant’è. Anche le regine, a volte, fanno le furbe. Fatto sta che la statuetta prese l’abitudine di scomparire ed ogni volta veniva poi ritrovata su un’altura, mentre guardava verso la Francia. Compresa la nostalgia della “Madonna francese”, gli abitanti di Fomarco crearono una finestrella nel tetto dell’oratorio, in modo che la statua potesse guardare la Francia. E da allora essa non si mosse più. 

La leggenda non significa molto, ma basta per ipotizzare che, se la statuina, oggi scomparsa e di cui pare sia rimasta una fotografia era francese, forse la costruzione dell’oratorio va fatta risalire alla dominazione francese sul ducato di Milano, quindi al primo ventennio del 1500, forse su un oratorio preesistente. 

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